Svilupparty 2018 – Project Starship X è pronto a riportarci nelle sale giochi

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Frenetico, colorato e avvincente: Project Starship X si propone come un bullet hell perso nello spazio profondo, dove i riflessi del giocatore e l’ironia la fanno da padrona. Il tutto sviluppato da una sola persona.

C’era una volta un cabinato

Chi ha detto che i vecchi arcade sono defunti? Certo, SNK ha da poco annunciato dei cabinati portatili per lenire i cuori dei nostalgici, ma… non c’è niente da fare, un cabinato in scala reale suscita sempre interesse nell’occhio di chi guarda: l’immergersi, magari con un amico, in quel grande rettangolo a pochi centimetri dallo schermo (ok, non la cosa più salutare per gli occhi) nel tentativo di chiudere il gioco in una singola run ha da sempre affascinato generazioni di videogiocatori.

E il nostro Matteo Gonano di Panda Indie Studio lo sa: è proprio per questo che in data 19 maggio era il suo cabinato con Project Starship X a darci il benvenuto alla Biblioteca Renzo Renzi per Svilupparty 2018.


In co-op è sempre più divertente…. ed epilettico

Piovono proiettili!

Project Starship X si propone come un gioco frenetico con un indice di difficoltà abbastanza elevato, in puro stile arcade bullet hell: siamo infatti costretti a cambiare di continuo la posizione della nostra navicella per evitare le ondate di proiettili.

Ad aggiungere poi quel pizzico di frenesia (e difficoltà) in più troviamo la Manovra X, abilità essenziale per schivare certi pattern, in parte equivalente al più generale roll. Solo in parte però, perché se usata al momento giusto diventa anche un’arma micidiale per finire i nemici. Tutta questione di tempistica, considerando che ha anche un breve cooldown.

Un colorato universo

Input visivi rapidi e di grande impatto per incrementare l’atmosfera convulsa sono all’ordine del giorno; i medesimi input danno poi anche la possibilità al giocatore più sveglio di capire al primo colpo cosa sta per succedere sullo schermo e come armarsi di conseguenza, magari usando l’attacco speciale del personaggio o raccogliendo la ricarica dello scudo spawnata nella mappa.

A condire il tutto non mancano infine scossoni della camera, glitch visivi per simulare i vecchi televisori e una BGM coerente, per immergerci al meglio nell’esperienza di gioco.


La famigerata Manovra X, vitale per sopravvivere e per sconfiggere alcuni particolari nemici

Piloti per tutti i gusti

Una cosa che ho molto apprezzato a livello di gameplay è stata la selezione dei personaggi (più di quattro), ognuno con delle statistiche diverse per poter abbracciare gli stili di gioco più disparati. Volete qualcosa di resistente? Garret Zeppola è il vostro uomo. Siete per il danno ignorante? Swag Cthulhu è lì per voi (sì, avete letto bene). Chi con più scudi, chi con più danno, ogni personaggio viene poi introdotto nella schermata di selezione da una divertente animazione, creando un’atmosfera vivace e demenziale.

E fu Führer a prima vista

Dopo la schermata di scelta personaggi e un “Ready?” tipico dei giochi anni ‘90, veniamo accolti da un occhio apparentemente indistruttibile, che ha il compito di introdurre il giocatore alla sopracitata Manovra X, unico modo per ucciderlo.

Insomma, scordiamoci lo spoonfeeding, perché è solo l’inizio: tra sciami di crani, raggi laser e altrettanti bulbi oculari ammassati, sono riuscito non con poca fatica a farmi strada verso il boss della demo, Zombie Hitler (avete letto bene di nuovo), cavalcante un occhio grosso quasi tutto lo schermo. Volete sapere cosa c’è dopo? Ecco, anche io, perché, credetemi, l’indice di difficoltà era davvero notevole (notevole, non frustrante, attenzione).


“Forse così è un po’ troppo”, ironizza Matteo su Twitter

Considerazioni finali

Project Starship X mi ha piacevolmente stupito e ritengo abbia il potenziale per diventare qualcosa di concreto e apprezzato dal pubblico, soprattutto considerando che sta venendo sviluppato da una sola persona.

Potete seguire i progressi di Matteo sul suo sopracitato Twitter o sul suo sito, dove sono presenti anche altri giochi da lui precedentemente realizzati.

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